Verso la Pace e il Perdono

Avevo sentito parlare di una marcia che negli ultimi giorni di Luglio si muoveva per raggiungere i luoghi francescani in modo particolare La Verna e Assisi, ma mai avevo avuto il piacere di essere coinvolto in una attività cosi originale e francescana.
Conoscevo la famosa marcia dei giovani ideata dal Padre Rodolfo Cetoloni negli anni in un cui era provinciale dei Frati Minori di Toscana.
E’ che quando Dario, un terziario francescano di Pisa, è venuto a propormi il passaggio della marcia dal nostro Convento di Lucca ho detto subito di sì senza domandare quanti sarebbero stati, cosa avrebbero fatto qui, di che spazi avevano bisogno.
La cosa mi pareva talmente bella che ogni cosa si sarebbe aggiustata da se .
Questo l’ho imparato dai miei Terziari, ai quali devo riconoscenza per aver ravvivato la mia fiducia nella provvidenza.
Il 30 sarebbero passati questi marciatori (160). Si sarebbero fermati al monastero di San Micheletto per un momento di catechesi con le Monache Clarisse poi sarebbero venuti qui per il pranzo.
Nell’attesa le cose si sono chiarite meglio, i programmi mi sono stati resi noti, mi sono state chieste tante cose, l’uso della nostra cucina, il taglio dell’erba nel bosco, il suono delle campane all’arrivo dei marciatori … tutte cose possibili e belle che avrebbero reso memorabile quella giornata.
Tutto si è dipanato con semplicità e il 30, giorno dell’arrivo dei marciatori, è venuto con un contorno di vita molto vivace e originale.
Io li seguiti con il pensiero fin dalla partenza da Massa e attraverso foto e messaggi ho camminato con loro insieme ai miei fratelli e sorelle felici di questo momento di gioia che ha caratterizzato la nostra estate ed il nostro Convento.

Che bello quando sono entrati in un Convento, mentre Don Alberto suonava il doppio dalla chiesa parrocchiale.
Che bello vedere questo immenso gruppo, di cui 60 ragazzi, prendere possesso pacifico di una spazio che per definizione è di tutti .
Che bello la semplicità dei pasti, la laboriosità dei fratelli e sorelle in cucina, negli ambienti più vari del convento che sotto la spinta di questa folla francescana si è colorata di letizia e gioia.
E una cosa mi ha colpito ….
I ragazzi, come sempre non hanno spazi propri… tutto il mondo è loro e il Convento in quel giorno era loro…
Qualche adulto, forse vedendo l’eccessiva spontaneità con la qualche salivano scale attraversano corridoi aprivano porte accendevano luci, aprivano frigo e dispense , li ha cicchettati.
Al che io ho ribadito: ”ma questi ragazzi sono di casa qui“ e Francesco ha risposto forte “Questa è la nostra casa!” ….una espressione che mi ha riempito il cuore di gioia ed ancora pensandoci gioisco. “Questa è la nostra casa!”

Quando poi si sono rimessi in marcia per andare a Lucca ho sentito che qualche cosa si staccava da me e il canto che si faceva sempre più lontano e debole mi entrava sempre più nel cuore.

Grazie Sorelle e Fratelli.

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