“GRANDI COSE HA FATTO PER ME L’ONNIPOTENTE” (Lc 1,49)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva ... Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.

(Lc 1,39-49)

La Beata Vergine Maria: donna del desiderio

La Vergine è la donna del desiderio, tutta la sua vita è protesa verso il Signore, il suo desiderio è Gesù, un desiderio che in Lei si realizza pienamente per opera dello Spirito Santo: Gesù si fa carne in Lei, prende da Maria corpo e sangue. Anche il Signore ha un desiderio su di Lei, rendendola Immacolata, piena di grazia, Egli l’ha scelta quale Madre del suo Figlio. Tutto questo richiede una collaborazione da parte della Vergine santa, un’adesione di fede totale che la fa uscire da sé stessa, dai suoi progetti e dalle sue aspettative (non dimentichiamo che Maria era promessa sposa, cfr Lc 1,27) per affidarsi alla Parola data dall’angelo.

Il   desiderio  di  Maria  si   compie   nell’obbedienza  alla  volontà  di   Dio   non  solo  nel momento dell’Annunciazione, ma durante tutta la sua vita fino ai piedi della croce, quando ancora una volta il Signore la chiama ad essere madre accogliendo in Giovanni tutta l’umanità (Gv 19,26-27).

Dicendo :”sono la tua serva, sia fatta in me la tua volontà” la Vergine ha “acconsentito alla parola divina ed è diventata madre di Gesù … Maria consacrò sé stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da Lui e con Lui” (LG 56). Maria ha preparato qui in terra una dimora per Dio, con corpo ed anima, è divenuta “casa di Dio” e ha aperto la terra al cielo: ella è, come la chiama San Francesco, “la sua tenda, il suo palazzo, il suo tabernacolo …” (FF 259).

Maria è la donna attenta alla Parola, è la vergine del silenzio e dell’ascolto: un ascolto attento che le permette di avanzare nella peregrinazione della fede (cfr LG 58), essa conserva e confronta nel cuore la parola e gli eventi della vita del Figlio, anche quando non riesce a comprendere, come di fronte alla profezia di Simeone, o quando Gesù dodicenne rimane nel tempio a sua insaputa, Maria esprime qui tutta la sua incomprensione e il suo cuore di madre: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo” (cfr Lc 2,48.51), tuttavia si lascia condurre da questi eventi e, camminando nella fede, alimenta il desiderio di amare il Signore con tutta sé stessa.

La Vergine santa è la figlia di Sion che porta in sé tutte le speranze e le attese del suo popolo, in Lei tutte le promesse di Dio ad Israele trovano compimento, il tempo diviene kairòs, abitato dalla grazia di Dio fatto uomo per noi.

Un antico inno della Chiesa saluta la Vergine Ave Maris Stella, se la parola desiderio, come abbiamo visto, significa de-sidero: senza stella, alla ricerca di un punto fermo, una meta, Maria è la stella del mare, il punto fermo la luce nel cielo che illumina il nostro cammino, come la stella del mare illuminava il percorso dei naviganti nella notte ed era l’unico riferimento sicuro, così la Vergine ci guida a Gesù: “ Maria è la stella superiore che conduce a Cristo ... Ella è quella nobile stella uscita da Giacobbe, il cui raggio illumina l’universo intero, il cui splendore rifulge nei cieli, penetra negli inferi e riscaldando le menti fa bocciare le virtù … non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella … nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei non devierai, pregando lei non ti scoraggerai, pensando a lei non sbaglierai, se lei ti è favorevole arrivi al porto.” (S. Bernardo, dalle “Omelie in lode alla Vergine Madre”, seconda lettura dell’Ufficio di Letture del 12 Settembre, memoria del Santissimo nome di Maria).

Il desiderio di Maria è quello di compiere la volontà di Dio e di condurre ogni uomo al suo Figlio amato, ella ci invita ad andare a Lui, a fidarci della sua Parola che dona vita e salvezza.

“Qualunque cosa vi dirà: fatela” (Gv 2,5): l’invito rivolto dalla Vergine santa ai servi durante le nozze di Cana di Galilea è lo stesso che rivolge a noi oggi, ella ci esorta a fidarci pienamente del Signore, ci dice che solo in questo modo il nostro desiderio più profondo di amare ed essere amati, di diventare santi, uniti al Signore, si potrà realizzare. In questo episodio emerge tutta la premura che la Vergine santa ha per ogni uomo, ella intercede presso il Figlio per il bene dell’umanità, desidera che Gesù si riveli al mondo come Salvatore (cfr Gv 2,4).

Maria santissima desidera ciò che Dio vuole … possiamo chiederci:

-quali sono i miei desideri?

-voglio ciò che Dio vuole, mi fido di Lui, sono pronto a fare “qualsiasi cosa mi dirà”? oppure preferisco seguire i miei progetti, i miei punti di vista, le mie piccole-grandi aspirazioni quotidiane?

-mi metto in ascolto di ciò che il Signore mi dice, mi chiedo che cosa vuole il Signore da me oggi?

Maria in quanto Madre di Dio ha una missione unica nella Chiesa, missione che sta alla base del culto e della devozione che il popolo cristiano le riserva. Ella non ha ricevuto il dono del Signore solo per sé stessa ma per recarlo al mondo ed offre continuamente la sua mediazione al popolo di Dio pellegrinante nella storia. La Vergine che ha donato la vita terrena al Figlio di Dio continua a donare agli uomini la vita divina che è Gesù stesso. la prima dei redenti è entrata nel Regno mantenendo aperta dopo di sé la via al cielo per tutti noi.

-Qual è il mio rapporto con Maria Santissima? E’ la stella che guida il mio cammino? Mi rivolgo a Lei nelle mie giornate?

Maria è la Stella del mattino, così la invochiamo nelle litanie lauretane, questa espressione simbolica manifesta il desiderio e la speranza di chi attende il giorno dopo la lunga notte, è la prima luce dell’alba che annuncia la venuta del giorno senza tramonto. La Vergine santa è la prima che ha visto il volto di Dio fatto carne, Lei che lo ha portato nel suo grembo lo ha dato alla luce e, come ogni madre ha un rapporto speciale con il suo piccolo appena nato.

Maria è la stella del mattino di Pasqua, l’aurora della salvezza, la prima che ha incontrato il suo Figlio risorto, lei che nel sabato santo ha atteso nella fede, ha ascoltato il silenzio di Dio e ha ricordato le sue promesse, la parola data non solo a lei ma anche a tutto Israele. I Vangeli non ci raccontano di questo incontro che, però è tramandato dalla tradizione cristiana, possiamo immaginare la Vergine intonare un nuovo Magnificat nella gioia ed esultanza come il cantico proclamato presso la cugina Elisabetta all’inizio della sua “avventura” con Gesù. E’ certo che Maria ha custodito questo incontro nel suo cuore e ne ha fatto oggetto di preghiera, lei che insieme agli apostoli nel cenacolo ha implorato il dono dello Spirito Santo (At 1,14).

Maria guida la Chiesa nascente nella preghiera e ancora oggi sta dinanzi a Dio e intercede per noi chiedendo il dono dello Spirito Santo sulla Chiesa e sul mondo. Papa Francesco nella Evangelii gaudium ha definito Maria la stella dell’evangelizzazione: “ella è la donna della fede che cammina nella fede, è un costante punto di riferimento per tutta la Chiesa” (EG 287). In Lei la Parola accolta nel silenzio e nell’intimità del cuore si fa annuncio, dono, lode: è quanto avviene nella casa di Elisabetta, in questo modo la Vergine santa insegna all’intera Chiesa come evangelizzare: accogliendo la Parola con totalità, rendendosi disponibile al divino volere e rendendo lode a Dio per le grandi cose che ha compiuto. Maria ci insegna a lodare Dio a contemplare le sue “ grandi opere” nella nostra vita, nella vita di chi ci sta accanto. Maria è la figura del credente che si affida e per questo diviene per noi stella, guida sicura nel nostro pellegrinaggio terreno verso il Signore.

La Vergine è totalmente unita al suo Figlio, ella esce da sé per inserirsi in un progetto più grande che è quello di Dio, desidera e ama ciò che Dio vuole e ama, è pronta ad ogni cenno del suo volere e per questo è la creatura pienamente realizzata, è la donna vestita di sole (Ap 12,1). Maria è beata perché ha creduto, è diventata in corpo ed anima per sempre dimora del Signore insegna anche a noi la via della beatitudine nell’ascolto obbediente della Parola e nella carità operosa. Maria obbedisce al Signore perché lo ama con tutta sé stessa.

Nel Vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta presso la quale resta circa tre mesi (Lc 1,56) per assisterla nella fase terminale della gravidanza. Dopo aver dato il suo assenso a Dio Maria si alza (il verbo greco usato è anàstasa ciòé risorta) in fretta e si mette in viaggio verso la Giudea: il viaggio della Vergine verso la casa di Elisabetta è la metafora di tutti i cammini dell’anima, della vita stessa: aprire le porte a Dio rende la vita dono. Maria parte in fretta, segue le parole e il segno dato dall’angelo, vive la sua vita come risposta ad un amore immenso che ha ricevuto gratuitamente. Possiamo immaginare in questa fretta tutta la premura, ma anche la gioia e la trepidazione della Vergine, il desiderio di incontrarsi con la cugina portatrice anch’essa di un’opera divina. Il concepimento di Elisabetta è la prova che a Dio tutto è possibile, la sua Parola da vita e rende fecondo il grembo sterile e suscita gioia là dove c’era desolazione. L’angelo ha invitato Maria a cogliere nella gravidanza di Elisabetta il segno dell’intervento divino nella storia. Maria dunque parte in fretta, con la stessa fretta di chi ha incontrato il Signore e ha conosciuto il suo amore, chi ha fatto esperienza del Signore “parte senza indugio”: ritroveremo lo stesso atteggiamento nei racconti della Risurrezione ( Lc 24,33).

“La grazia dello Spirito Santo ignora lentezze” (S.Ambrogio): mettersi in cammino significa accettare l’itinerario proposto da Dio. Il viaggio verso Ain-Karem è il cammino della fede che ha bisogno di testimoniare, condividere, donare l’amore ricevuto. Maria che si era definita serva del Signore va di fretta dalla cugina: il servizio di Dio si compie nel servizio al prossimo. La Vergine da Nazareth verso la Giudea compie un lungo e faticoso viaggio per una giovane donna incinta, Gesù è con Lei la sua vita cresce in Lei e il suo grembo è colmo di benedizioni. Maria compie, come l’ha definita papa Benedetto XVI,  la  prima  processione  eucaristica:  ella  tabernacolo  dell’Altissimo  attraversa  case  e villaggi portando Gesù. I padri della Chiesa hanno paragonato questo evento al racconto della traslazione dell’arca dell’alleanza da parte del re Davide dalla casa di Obed-Edom verso Gerusalemme (2Sam 6), Maria è dunque l’arca della nuova alleanza che porta in sé la presenza del Signore. Grazie al suo assenso Dio è presente tra noi è possibile incontrarlo, amarlo, toccarlo senza paura, l’Immacolata realizza così, il desiderio del Signore di donarsi all’umanità, di prendere carne umana e divenire Figlio dell’uomo.

La casa di Elisabetta diviene la casa della gioia, delle benedizioni e della profezia. Il saluto di Maria sortisce in duplice effetto nel grembo di sua madre Giovanni Battista sobbalza di gioia ed Elisabetta è piena di Spirito Santo, riconosce in Maria i segni della grazia divina riversata su di Lei e attraverso Lei su tutto il popolo: ora le promesse divine sono compiute. Elisabetta aiuterà Maria a comprendere quanto accade in Lei, l’aiuterà con l’affetto, con l’esperienza, confrontando le due maternità impossibili alla luce della Parola di Dio. Maria inizia ad essere la Madre di Dio. Elisabetta sarà la prima a ricevere il dono di Gesù, colma di Spirito santo rivelerà a Maria la sua identità e missione: “Benedetta tu, madre del mio Signore”, e benedirà il Signore per i suoi prodigi di grazia.

Questo incontro rende le due donne più consapevoli della loro straordinaria vocazione e del mistero che le avvolge, ognuna delle due acquisisce una conoscenza più piena di quanto stanno vivendo: proprio nel momento in cui l’una contempla il dono-vocazione dell’altra, riconoscendola amata dal Signore, scelta da Lui per un disegno di salvezza.

Il segno offerto dall’angelo alla Vergine ha il carattere di una gioiosa promessa, a tal proposito San Bernardo scrive: “per questo alla Vergine annunciata la gravidanza della sua parente sterile affinché nell’aggiungere miracolo a miracolo si accumuli la gioia su gioia” (tratto da “Omelie in lode alla Vergine Madre”). Come Elisabetta dobbiamo imparare a vedere l’opera di Dio nella vita degli altri, di chi vive al mio fianco, imparare a benedire: dire bene, dire parole buone sulla vita degli altri.

-Possiamo chiederci quanto facciamo tutto questo o se, invece, siamo più inclini a vedere ciò che non va bene degli altri e anziché dire bene, diciamo male. Vedo il bene che Dio compie nella mia vita e nella vita degli altri ? Lo lodo e benedico per questo?

Maria mettendosi al servizio di Elisabetta si dona a lei con amore, cerca il bene della cugina senza badare a sé stessa:

- ed io cerco il bene di chi mi sta vicino?

L’Immacolata è la donna del desiderio che conduce a Dio, ella fa nascere intorno a sé preghiere: il Magnificat, l’Ave, il Benedictus, il Gloria degli angeli cantato a Betlemme, il Cantico di Simeone. Dobbiamo imparare da Maria a lodare, ad aprire il cuore davanti a Dio a far entrare nella nostra preghiera la vita, il nostro quotidiano, la vita degli altri. Dobbiamo imparare dalla Vergine santa a vedere le meraviglie di Dio nella nostra vita, a credere al suo amore per ciascuno di noi, ad affidarci alla Parola.

Maria è la donna compiuta perché ha ricevuto Gesù, è l’Immacolata la tutta santa primizia dell’umanità nuova. Anche la nostra vita è chiamata a diventare dimora di Dio attraverso l’amore a Lui e le opere di carità che Egli mette sulla nostra strada.

San Francesco e Santa Chiara avevano una particolare devozione verso la Madre del Signore, ella è l’Avvocata e la Patrona dell’Ordine, ed è il modello dell’anima fedele: “siamo madri del Signore nostro Gesù quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura e sincera coscienza e lo generiamo attraverso il santo operare che deve risplendere in esempio agli altri” (FF200). “L’anima dell’uomo fedele è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo.. mentre infatti i cieli non possono contenere il Creatore, l’anima fedele è sua dimora e soggiorno e ciò soltanto a motivo della carità … a quel modo, dunque che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia puoi sempre senza alcun dubbio portarlo” (FF2892- 93).

L’immacolata che oggi celebriamo interceda per noi tutto questo. Concludiamo con una preghiera di papa Benedetto XVI: “Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore. Stella del mattino, parlaci di Lui e raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede. Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù, imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti, la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta e fa fiorire la Parola in scelte di libertà. Maria parlaci di Gesù perché la freschezza della nostra fede brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra, come tu hai fatto visitando la cugina Elisabetta che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita. Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra insegnaci a credere, a sperare e amare con te. Indicaci la via verso il Regno! Stella del mare brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino.”

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